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Vivobarefoot per passare al Natural Running

La Vivobarefoot Primus
La Vivobarefoot Primus

Presentato il prototipo per passare gradualmente al Barefoot Running. Due sensori, tante informazioni

11 Gennaio 2017

Da qualche tempo il mondo dei materiali da running (e in particolare delle scarpe) sta andando sempre più verso un approccio minimal: ovvero si tende a ridurre al massimo indumenti, attrezzature, accessori che accompagnano le nostre corse. Un capitolo va dedicato al mondo della scarpe da running in cui, dopo diversi anni di teorie che hanno prodotto calzature iperprotettive ed ammortizzate, si assiste oggi ad una inversione di tendenza, ovvero a scarpe sempre più essenziali e che consentano al piede di assolvere alle sue funzioni principali di ammortizzamento, ricezione di informazioni nervose, elasticità e spinta. In sostanza si va sempre più verso il Barefoot Running (letteralmente, running a piedi nudi). 

Lo scoglio maggiore (e serio) è sempre lo stesso: millenni di involuzione da questo punto di vista rendono davvero difficile e rischioso il ritorno al piede a contatto con il terreno. Occore osservare massima attenzione e gradualità per ri-abituare i nostri arti e il nostro corpo tutto a questo tipo di condizione. Tanto che illustri esperti della materia non mancano di dispensare corsi e seminari per re-insegnare a correre naturale. 

Ora ecco una scarpa che aiuterebbe in questa transizione: è la Vivobarefoot Primus che in collaborazione con Sensoria ha presentato al CES 2017 di Las Vegas questa particolare calzatura per chi vula avvicinarsi al natural running. La calzatura da running si inserisce dunque in un settore di scarpe minimaliste, contraddistinte per l’appunto da suole sottili, un rialzo per il tallone e ammortizzazione ridotta. 

Come abbiamo detto la Vivobarefoot è un prototipo, ma come funziona? E a cosa servirà? 

Per semplificare la transizione dalla corsa tradizionale al natural running, Vivobarefoot ha realizzato una calzatura che integra dei sensori in grado di monitorare i dati relativi a velocità, cadenza, appoggio e ritmo, che una volta elaborati tramite l’apposita app, forniscono il quadro completo della corsa di chi la indossa. Questa Primus appositamente modificata ospita due sensori, rimovibili, che per ora dialogano solo un iPhone. "Il Core Sensoria aiuterà l'industria e i ricercatori accademici del mondo a capire di più come migliorare la corsa", ha detto l’amministratore delegato di Sensoria, che però non fa nessun riferimento a quando questa nuova scarpa sarà in commercio.

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