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Alimentazione: cosa succede al nostro corpo dopo un'abbuffata

Alimentazione: cosa succede al nostro corpo dopo un'abbuffata

Una ricerca della dietologa Jennifer McDaniel mostra gli 8 effetti post abbuffata

Una cena di qua, un pranzo di là. Poi si vanno a trovare quei parenti, la sera ci si vede con gli amici. Ed è così che ogni anno il runner (e lo sportivo in generale) si trova ad affrontare questo periodo "drammatico" per la propria linea, rimbalzando tra un arrosto e un dolce tipico, tra frutta secca e lasagne, passando da antipasti e digestivi. Il tutto debitamente innaffiato da qualche bicchiere di vino in più del solito. I giorni successivi qualcuno è in preda ai sensi di colpa, altri bene o male se ne fregano perchè sanno che recupereanno con un po' di allenamento, altri ancora se ne fregano e basta. 

Ma cosa succede esattamente al nostro corpo dopo aver mangiato così tanto? Una ricerca della dietologa statunitense Jennifer McDaniel ci illustra quali sono le cause che provocano quegli effetti comuni che proviamo dopo un'abbuffata e ci spiega cosa succede al nostro corpo:

di norma, non avreste mangiato così tanto, oppure non avreste finito tutto quello che avevate nei piatti dei cenoni dei giorni scorsi. Ma siamo sotto le feste, e sarebbe un po’ maleducato non provare ogni piatto, eccetera. Una ricerca è riuscita a dimostrare una cosa che già sapevamo: il nostro cervello è in grado di ignorare facilmente i segnali che il nostro corpo ci manda per consigliarci di smettere di mangiare, anche quando conosciamo bene le conseguenze di un’abbuffata. Non stiamo parlando di malattie come l’obesità o il diabete, che hanno effetti a lungo termine, ma di disturbi poco piacevoli che si possono presentare dopo una giornata passata a consumare un pasto ad alto contenuto di grassi o calorie.

Non esiste una cosa come “il pasto medio”, secondo la dietologa Jennifer McDaniel, bensì un pasto compreso fra le 600 e le 800 calorie, che si inserisce nelle circa duemila calorie da consumare ogni giorno secondo le varie tabelle nutritive. Il guaio è che un cenone può raggiungere o superare da solo le duemila calorie, specialmente se prevede molti antipasti ed è accompagnato da vari bicchieri di vino. Secondo McDaniel il modo in cui l’abbuffata viene gestita dipende dai propri geni, dalla percentuale di grassi, ossa, acqua e muscoli nel nostro corpo, dalla nostra reazione al rilascio di certi ormoni e dalle abitudini alimentari e fisiche di ciascuno di noi. Ma cosa si può fare, una volta che il cenone è finito? Non stendersi, per esempio, cosa che può aggravare molti dei problemi descritti qui sotto. Aiutare a sparecchiare, invece, può essere un buon inizio per riprendersi: per un’ora di questa attività, per esempio, bruciamo circa 170 calorie.

Ma vediamo quali sono gli 8 principali "sintomi" post abbuffata: 

Sonnolenza: La montagna di cibo ingurgitata costringe l'apparato digerente ad un lavoro extra, rallentando di conseguenza le altre funzioni del corpo. L'insulina e altri ormoni vengono rilasciati per aiutare a spezzare i carboidrati. La concentrazione di glucosio nel sangue, di conseguenza, raggiunge un picco e poi precipita, causando questa sensazione.

Respiro corto: Uno stomaco eccessivamente pieno può premere sul diaframma, che a sua volta può invadere lo spazio dei polmoni. Non potendo espandersi completamente, i polmoni producono la sensazione di avere il respiro corto.

Nausea: La sensazione di nausea può presentarsi quando si mangia troppo rapidamente senza masticare in modo adeguato. Il cibo in più, specialmente se è grasso e poco conosciuto dal proprio metabolismo, può mettere sottosopra lo stomaco, e provocare il rilascio di sostanze che provocano nausea o diarrea.

Pancia gonfia: Assumendo rapidamente cibo o bevande (specialmente quelle gassate), si ingurgita anche una quantità eccessiva di aria. Oltre a ciò, i batteri presenti nell'intestino producono gas mentre sono impegnati nel processo di spezzare amido e zuccheri.

Sensazione di freddo: Il sangue necessario all'apparato digerente abbandona zone meno critiche del corpo, come per esempio i muscoli e la pelle, dando una sensazione di freddo.

Dolori cardiaci: L'apparato digerente, a causa del lavoro extra, utilizza più sangue del dovuto, facendo sì che il cuore debba lavorare di più. I trigliceridi, presenti nel grasso animale e vegetale, si attaccano alle pareti dei vasi sanguigni, la cui funzionalità diminuisce. Aumentano perciò i rischi di attacchi di cuore.

Pesantezza temporanea: Anche il semplice peso delle cose che avete mangiano può rendere una persona fiacca, specialmente se non si mangia spesso quantità del genere.

Pesantezza costante: Dopo le prime 750 calorie, più o meno, il corpo comincia ad immagazzinare cibo in grassi. Uno studio del 2000 ha scoperto che l'adulto medio prende circa mezzo chilo durante le festività, e molti successivamente non riescono più a perderlo.

Qui i risultati completi della Ricerca.

(tratto da: ilpost.it)

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