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Gli allenamenti di Kipchoge: l'analisi di Orlando Pizzolato

Eliud Kipchoge (ph: Berlin Marathon)
Eliud Kipchoge (ph: Berlin Marathon)

L'ex maratoneta italiano e preparatore atletico ha analizzato quelli sembrerebbero essere state le sessioni del kenyano in vista di Berlino

Come si allenerà un atleta elite? Mi piacerebbe provarci (no, lasciate stare) anche solo in parte! Ogni qual volta ci si avvicina ad un grande evento internazionale in cui stanno perscendere in strada o in pista i più grandi al mondo, inizia la caccia per scoprire quali sedute massacranti abbiano accompagnato il favorito di turno nella preparazione del grande evento. E come poteva fare eccezione una situazione in cui scendeva in campo l'atleta dell'anno (e momentaneamente il più forte), nella gara dell'anno, sul percorso più veloce al mondo, con l'obiettivo dichiarato della caccia al record del mondo? Stiamo ovviamente parlando di Eliud Kipchoge e della sua Berlin Marathon chiusa in 2h03'32".

E infatti, ecco comparire puntuale la tabella di allenamento che avrebbe seguito il kenyota in vista dell'appuntamento berlinese. Bufale? Mezze verità? Chissà.. Sta di fatto che quelle informazioni hanno solleticato l'attenzione di molti, dal tapascione al grande tecnico, stimolando commenti al riguardo. Ora, poniamo che la tabella sia veritiera, chi siamo noi per esprimere un giudizio sugli allenamenti dell'atleta più forte in circolazione? Decisamente meglio sentire la voce di un grande esperto, Orlando Pizzolato, ex maratoneta italiano, due volte vincitore a New York (e tanto altro), ora preparatore atletico, che proprio al riguardo ha voluto esprimere il suo parere: 

"Non è facile trovare informazioni specifiche così dettagliate sugli allenamenti di corridori di alto livello, e avere la possibilità di accedere ai dati recenti di un maratoneta che aveva dichiarato di puntare al primato mondiale ha incuriosito molti tecnici.
Anche a me è scattata la curiosità di analizzare il metodo di allenamento del campione olimpico, e avendo a disposizione uno strumento molto efficace (il diario di allenamento che ho approntato per gli amatori che alleno con il Winning Program), ho inserito i dati per ricavarne un'analisi piuttosto interessante.

1: nelle ultime 6 settimane di allenamento la capacità aerobica è stata del 30%; la potenza aerobica è arrivata al 20%. La resistenza aerobica ha rappresentato solo il 50% carico totale

2: il chilometraggio settimanale rimane sempre costante, ad evidenziare che nelle ultime 6 settimane di allenamento specifico non viene applicata la cosiddetta regola di “carico e scarico”

3: le sedute di alto chilometraggio non sono corse ad andatura lenta. In pratica, i lunghissimi sono corsi all'impegno della sforzo di maratona, o sono stimoli che corrispondono alla corsa lunga svelta

4: gli stimoli specifici che agiscono direttamente sulla potenza aerobica finalizzata all'incremento della soglia anaerobica sono svolte “alla maniera di Zatopek”, vale a dire molte ripetizioni anche se ad andature non elevate
Si deve però considerare che:
a) le andature non sono molto sostenute, ma sono riferite ad allenamenti svolti a 2300m di quota. Tuttavia, altri forti corridori keniani alla stessa quota corrono più velocemente
b) correndo fuori strada la meccanica di corsa perde di efficienza e quindi correre a 2'50”/km significa un'andatura di almeno 2'45”/km, che può essere anche più veloce. La pista su cui si è allenato è maltenuta

5: dopo carichi particolarmente elevati, Kipchoge si concede adeguati recuperi, senza stressare la fase della supercompensazione, come può capitare di veder fare da altri maratoneti di alto livello di questi tempi. Ci sono giornate di allenamento con sedute di basso impatto allenante, tanto che a volte corre a 5'/km. In pratica, Kipchoge sembra preferire fare bene gli allenamenti importanti, quelli a maggiore impatto allenante

6: la fase di scarico è molto contenuta, dura una settimana. Un solo stimolo specifico, di potenza aerobica breve (12x400m in 63/64”), definito come uno stimolo di brillantezza

Da questi aspetti si può desumere che la preparazione di Kipchoge abbia forti riferimenti alla preparazione che svolgeva Zatopek negli anni '50. E' probabile che il suo allenatore Patrick Sang, buon siepista degli anni '80, sia cresciuto con la stessa filosofia di allenamento del corridore ceco. Sang ha trascorso gran parte della sua carriera tra Svizzera e Germania, e il suo allenatore poteva avere basi tecniche correlate alla mentalità tecnica “mittle europea”.

Chi come me segue gli sviluppi metodologici della preparazione dei corridori di alto livello, avrà notato che c'è una sorta di recupero di metodi di allenamento di una volta. Il metodo dell'interval training classico, ideato dal tedesco Gerschler, ha ripreso ad essere presente nella preparazione di alcuni atleti di alto livello.
C'è un revival anche della filosofia dell'allenatore australiano Percy Cerutti (anni '60) e qualche recupero del modo di allenarsi del forte australiano Ron Clark.

Un passo indietro sembra quindi poter aprire nuovi orizzonti".

(Orlando Pizzolato, da orlandopizzolato.com)

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