Menu

viva la lepre!

Festus Talam (foto:marathoneindhoven.nl)
Festus Talam (foto:marathoneindhoven.nl)

Quando Sancio Panza arrivò prima di Don Chisciotte. Festus Talam vince da lepre e da brutto anatroccolo diventa principe

“Damiano era una lepre. Nel gergo del mezzofondo il termine ‘lepre’ indica un atleta che parte molto veloce tirando il gruppo per tenere alto il ritmo della gare. Poi, dopo la volata iniziale, in un punto convenuto, la lepre rallenta, si fa superare e di solito si ritira oppure finisce trotterellando in ultima posizione...”.


Inizia così il libro di Marco Romanelli “Vita da lepre”, ed è l’incipit perfetto per la nostra storia. Già perché la lepre rappresenta metaforicamente tutte quelle persone emarginate, che nella loro vita rischiano di scomparire in un oblio che magari neanche meritano. Personaggi tendenzialmente secondari, gente senza storia che vive isolata lontano dalle luci della ribalta alle quali, peraltro, neppure ambisce. Tipo l’aiutante dell’eroe nelle favole, chi se lo ricorda alla fine della storia? Il termine lepre è chiaramente vincolato dalla caccia, e il peloso animale è quello che deve correre più veloce dei cani e dei cacciatori che lo rincorrono per farne bottino. Per carità, sappiamo tutti che le lepri, specialmente quelle chiamate a dettare il ritmo in manifestazioni importanti sono lautamente retribuite, tuttavia la condizione di lepre (partire cioè sapendo già di non arrivare al traguardo o di arrivare molto oltre magari le tue reali capacità) genera empatia, origina un velato senso di compassione.


E allora se alla “Marathon Eindhoven” un ragazzotto di neanche 22 anni, esordiente sulla distanza, chiamato dal suo team per far da pacemaker a quelli più esperti e più forti di lui, all’improvviso si trova da solo al comando e va a vincere tra lo stupore generale, non può non esaltarci. Cosa è passato nella testa di Festus in quel 35 esimo km, quando si è trovato in perfetta solitudine? A lui che doveva fare il suo “sporco” lavoro e magari rallentare o fermarsi, beh sapete cosa gli è passato per la testa? “Io proseguo e vinco!”. E allora forse più che la testa vogliamo credere abbia agito in lui quell’istinto animale della lepre, quello di sopravvivenza, che gli ha fatto seminare i “cacciatori” sbeffeggiandoli.


E così è successo che sul traguardo di Eindhoven un ventunenne keniano col pettorale con su scritto “Pace” si è involato verso il successo, tra lo stupore di organizzatori e anche di chi lo aveva ingaggiato per fare da lepre. Si sapeva poco o niente su di lui prima della prova olandese, aveva fatto registrare un discreto 1h00’56” alla Mezza del Lago Maggiore nel 2015, un risultato che non poteva certo far presagire il risultato ottenuto in maratona, crediamo senza timore di essere smentiti che dopo Eindhoven la sua carriera da lepre sia ufficialmente terminata.
Per la cronaca Festus Talam ha chiuso la sua maratona in 2h06’26” davanti a Marius Kipserem secondo sul podio in 2h08’00” ed a Norbert Kigen terzo in 2h09’19”, tuttavia in casi come questo i tempi contano poco, questo non è più sport, è già letteratura e Festus Talam ha scritto una pagina davvero entusiasmante. Viva la lepre!

Video

Accedi

Password dimenticata? / Nome utente dimenticato?