Menu

Storie: Gordon, il primo uomo a vincere un IronMan. 40 anni fa

Storie: Gordon, il primo uomo a vincere un IronMan. 40 anni fa

L’americano Gordon Haller è stato il primo triathleta della storia a vincere la massacrante prova, 40 anni fa. Oggi, a 67 anni ci riprova

"Allora non pensavo che fosse un nuovo sport, ma solo la somma di tre che io avevo sempre praticato”. Lui è Gordon Haller, oggi quasi 68enne ancora in piena forma. Vive a Bella Vista, in Arkansas, lavora come programmatore e analista di computer per la multinazionale Walmart, è sposato da 36 anni con Beth, ha tre figli e due nipoti, Eli e Grace nata tre settimane fa. Ed è stato il il vincitore del primo IronMan della storia, disputatosi a Honolulu il 18 febbraio 1978. 

Al “Corriere”, nell'articolo di Riccardo Bruno, ha raccontato quel giorno che ha cambiato la sua vita e la storia di questo sport. “Il ricordo più bello è a tre chilometri dall’arrivo. Ero in testa, correvo tra due amici che mi assicuravano i rifornimenti di acqua e coca cola. Parlavamo su come era andata la gara, non potevo credere alla forza e all’energia che ancora mi sentivo dopo tutto quello che avevo fatto. Una sensazione che mi è capitata poche altre volte nella mia carriera agonistica”.

Partirono in 15, arrivarono in 12, compreso il comandate della Marina Usa John Collins che con la moglie e un paio di amici per gioco si erano inventati quella sfida che metteva assieme una dietro l’altra le tre prove più dure delle Hawaii. Haller, maratoneta di buon livello, ciclista e nuotare per passione, sapeva che poteva vincere. “A quel tempo lavoravo come tassista e in una palestra 4 giorni su 7, gli altri 3 li dedicavo allo sport e al riposo. Facevo già due ironman ogni settimana...”. Era anche ben attrezzato rispetto agli altri. “In bicicletta il caschetto era obbligatorio, indossavamo quelli in pelle, se cadevi certo non ti salvavano la vita. Io ero l’unico che aveva i pantaloncini da ciclista, solo un paio possedevamo vere bici da corsa, gli altri utilizzarono quelle a 10 velocità, poco più che giocattoli”.

Più goliardia che prova estrema. Al termine della frazione di nuoto tutti si fecero una doccia prima di salire in sella. “Camminammo sulla spiaggia fino all’hotel militare Hale Koa, entrammo nello spogliatoio, ci lavammo e indossammo indumenti asciutti. Niente di complicato, ma si perse un bel po’ di tempo, probabilmente una quindicina di minuti”. La gara iniziò alle 7 e mezza del mattino, Haller trionfò alle 7 di sera dopo 11 ore 46 minuti e 40 secondi, mezz’ora prima del secondo, quasi dieci rispetto all’ultimo. “Con i materiali di oggi e le bici in carbonio avrei potuto chiudere forse in 9 ore e 20 minuti, qualcosa ancora in meno con una preparazione specifica” ipotizza Haller Nella sua carriera ha completato altri 22 ironman, 12 mezzi ironman e alcune dozzine di triathlon su distanze più corte.

Nonostante tutto, per Haller la più grande gioia non gliel’ha data “il triathlon o lo sport, ma la mia famiglia. E il mio più grande rimpianto è quello di non aver forse saputo cogliere alcune opportunità al momento giusto, per poterli aiutare meglio”. L’attività fisica non è mai diventata un’ossessione. “Ai miei tre figli non ho mai raccontato molto riguardo all’Ironman. I due piccoli sono stati con me alla gare, ma la grande, Kristen, mi ha mai visto fare un triathlon solo in tv”. Haller si allena ancora con grande passione e impegno. Quest’anno, ad ottobre, lo attende un nuovo ironman. Tornerà alle Hawaii dove tutto è iniziato, non più a Honolulu ma al Campionato mondiale che adesso si tiene a Kona. “È il quarantesimo anniversario, non posso mancare. Questa volta porterò con me tutta la famiglia una settimana prima. Faremo una bella vacanza

Video

Accedi

Password dimenticata? / Nome utente dimenticato?