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Così il running rallenta l'invecchiamento

Così il running rallenta l'invecchiamento

Correre per fermare il tempo: gli effetti anti-invecchiamento della corsa

Corriamo perché ci piace? Certo. Corriamo per tenerci in forma? Anche. Corriamo perché abbiamo a cuore la nostra salute? Ovviamente. Si potrebbe proseguire all'infinito, le motivazioni che ci spingono ad infilare le scarpe da corsa e ad uscire con qualsiasi condizione atmosferica sono innumerevoli. E la cosa ancora più meravigliosa è proprio che, uniti dalla stessa passione, ciò che 'muove' ogni singolo runner non sarà mai lo stesso, identico, per gli altri. Indubbiamente, però, chi sceglie di praticare un'attività aerobica come il running ha scelto un approccio alla vita con una forte attenzione alla propria salute e al proprio benessre psico-fisico.

Oltre alle splendide sensazioni (e ai risultati visibili) che correre ci dà, sentiamo spesso parlare degli effetti anti-invecchiamento che il running può offrire. Ma di cosa stiamo parlando nello specifico? Cosa succede al nostro corpo e alle cellule che lo compongono? E bene, cerchiamo di spiegarlo grazie al contributo di un interessante articolo apparso di recente su sportmediaset: dunque, occorre ricordare che i fattori coinvolti sono più d'uno, ma (come abbiamo già detto) è ormai assodato come diverse ricerche scientifiche abbiano dimostrato che un’attività motoria costante aiuti a guadagnare salute e a vivere meglio. Alcuni lavori hanno evidenziato come un'attività fisica regolare possa rallentare il cosiddetto "accorciamento dei telomeri". "I telomeri non sono altro che la parte finale del DNA di una cellula (ovvero del suo codice genetico), che subiscono un lieve accorciamento ad ogni replicazione. Dopo un certo numero di replicazioni, la cellula non è più in grado di dividersi, e si ha invecchiamento dei tessuti e morte. Tutto questo rallenta se c'è attività fisica".

Vi sono tuttavia motivi molto più elementari attraverso cui la corsa allunga la vita. "Si pensi per esempio alla capacità delle arterie di dilatarsi o contrarsi - spiega la dottoressa Lyda Bottino, Dottoressa in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, esperta in nutrizione - Chi corre ammorbidisce il passaggio tra vasocostrizione e vasodilatazione, rendendo più elastiche le pareti arteriose. Questa maggiore elasticità, insieme all'eliminazione di sali e tossine con il sudore, riduce la pressione arteriosa, prolungando la vita e la salute delle arterie stesse, che saranno meno soggette a potenziali danni cardiovascolari (placca)".

Ma il più forte effetto protettivo dell'attività fisica si esplica attraverso il controllo della glicemia. "Se i muscoli, che sono il maggior contenitore di glucosio nell'organismo (sotto forma di glicogeno), si svuotano periodicamente con lo sport, la nostra glicemia (livello di zuccheri nel sangue) ne risentirà positivamente. Potremo così fare un uso più moderato di insulina pancreatica, svilupperemo minor resistenza insulinica a livello periferico, avremo meno sbalzi d'umore, il fegato sarà protetto da steatosi, e soprattutto non accumuleremo grasso (che, ricordiamolo, si deposita per effetto degli sbalzi glicemici e non per la quantità di calorie). Sovrappeso e iperglicemia sono all'origine di decine di patologie infiammatorie, di diversi tipi di cancro e di alcuni disturbi psichiatrici e dell'umore, tra cui la demenza senile".

Quelle appena descritte non sono le uniche 'motivazioni' che ci consentono di affermare che il running sia uno sport anti-invecchiamento, ma sicuramente alcune delle fondamentali perché alla base dei numerosi processi positivi che mettono in moto.

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