Menu

Meglio dormire 1 ora in più o togliere quel tempo al riposo per allenarsi?

(ph: houstonchronicle.com)
(ph: houstonchronicle.com)

Cosa fa meglio al nostro organismo? La risposta di due esperti "di parte"

Gran dilemma quello tra la sveglia puntata all'alba per dar sfogo alle endorfine e goderne per tutto il resto della giornata, oppure rimanere 1 ora o 2 in più tra le braccia di Morfeo nel tentativo di recuperare il sonno e la stanchezza della quotidianità. La risposta sulla scelta è, neanche a dirlo, soggettiva, anche perchè spesso l'opzione sveglia all'alba rappresenta l'unica speranza di allenamento della giornata suddivisa tra lavoro, famiglia e altri impegni. Ma qui la questione è un'altra: cosa farebbe meglio al nostro corpo, dormire o attivarsi prima del tempo?

La risposta cerchiamo di darla grazie al contributo di due esperti, Luigi Ferini Strambi, primario del Centro di Medicina del Sonno dell’ospedale San Raffaele di Milano e Gianfranco Beltrami, specialista in Medicina dello Sport, vicepresidente nazionale della Federazione Medico Sportiva Italiana, che in un bell'articolo di Silvia Turin su corriere.it hanno detto la loro su questo aspetto: 

«Sia il sonno sia l’esercizio fisico sono componenti chiave di uno stile di vita sano e non dovrebbero essere messi l’uno contro l’altro. Sono pure concatenati — specifica Strambi —: riposare riduce il rischio di lesioni e consente ai muscoli di riprendersi. Fare sport, tra i vari vantaggi, offre anche quello di riuscire a dormire meglio». Quando non c’è tempo, però, quale conviene scegliere? «Privarsi del sonno per fare attività sportiva di sicuro non è positivo — sottolinea Strambi —: dormire poco comporta rischi a ogni livello, ad esempio indebolisce il sistema immunitario, favorisce l’aumento di peso, le malattie cardiovascolari e il diabete. Non dimentichiamo che negli Stati Uniti hanno deciso di iniziare la scuola un’ora più tardi per migliorare il rendimento degli studenti. Quindi, se bisogna scegliere, meglio optare per sette ore di sonno a notte: il “minimo sindacale”».

Anche l’esperto di medicina sportiva non ha dubbi: «Sacrificare il sonno per correre (o fare altri allenamenti) fa male», concorda Beltrami, che suggerisce una scelta calibrata in base alle proprie caratteristiche. «Ci sono i “gufi” e le “allodole”, ormai lo sappiamo: il ritmo circadiano di una persona che si sveglia presto favorisce lo sport mattutino. Per i gufi, invece, può essere un problema: se vanno a letto tardi e si alzano dopo sei ore per uscire, vanno a correre durante la loro “notte biologica”. Se invece ci si riesce a coricare alle dieci di sera si può anche alzarsi alle sei di mattina». «Non dimentichiamo poi il fattore età — aggiunge Beltrami —: col passare degli anni la melatonina (l’ormone che induce il sonno) cala e quindi si fa meno fatica ad alzarsi presto».

Insomma, dormire (almeno) sette ore per notte è fondamentale per la salute, ma possiamo tentare di organizzarci andando a letto prima e rispettando il nostro orologio biologico. D’altra parte, le stesse cellule muscolari hanno un proprio ritmo circadiano: lo ha scoperto una ricerca della Northwestern University di Chicago pubblicata su Cell Metabolism nel 2016. Ancora una volta, si potrebbe concludere che per star bene, non stressare e implementare il nostro organismo, ascolto, attenzione e rispetto per il nostro corpo, rappresentano costanti imprescindibili.

Leggi anche: BENESSERE E PERFORMANCE: IL BUON SONNO DELLO SPORTIVO

Accedi

Password dimenticata? / Nome utente dimenticato?