E' passato un po' di tempo, le acque sono più calme, Schwazer non ha potuto correre alle Olimpiadi di Rio 2016 a causa della conferma di squalifica per 8 anni per quel campione di urine prima negativo, poi in giro per il mondo, poi improvvisamente positivo. Luci e ombre, tante ombre. Anzi, luci ben poche. In mezzo le registazioni delle telefonate intimidatorie a Sandro Donati per non far vincere Alex da parte del giudice Nicola Maggio (inibito pochi giorni fa proprio per questa vicenda). Antipatie, malumori, personaggi scomodi. 

Ora sta per scriversi un altro capitolo di questa vicenda: proprio in virtù delle anomalie che hanno riguardato questo caso (un campione prima negativo poi positivo; il campione che esce dal laboratorio per motivi ancora poco chiari che vaga per un periodo di tempo non ancora determinato quando non si potrebbe; le telefonate a Donati, ombre di scambio di provette), è stato disposto il test del DNA sulle urine risultate positive al test del 1 Gennaio 2016, che dovrebbero avvenire nel prossimo mese. 

Nel frattempo, il quotidiano Il Giorno (che riportava la notizia) scrive anche un'altra cosa che contribuisce ad intorbidire ancora di più le acque: “Schwazer e la difesa sono ancora in attesa di conoscere le motivazioni della squalifica di otto anni emessa il 10 agosto dal Tribunale arbitrale dello sport di Losanna che, come da dispositivo iniziale, dovevano essere inviate «entro alcuni giorni»".

Che dire..?