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Cloni e disidratazione controllata: il Team Sky fa discutere. Di nuovo!

(img: Chris Froome Twitter)
(img: Chris Froome Twitter)

L'innovazione della squadra inglese è forse l'emblema della scienza applicata allo sport, in particolare al ciclismo: l'ultima frontiera è un manichino a immagine di Froome nella galleria del vento e un nuovo esperimento di disidratazione dell'atleta per favorire un dimagrimento di 2 k, indotta tramite paracetamolo, antidepressivi e bagni a 40 gradi.

Chris Froome, quello straordinario atleta stilisticamente molto imperfetto ma capace di stravincere per 3 volte il Tour de France. Il Team Sky, una macchina al suo servizio capace di investire 30 milioni di euro all'anno in ricerca, sperimentazione e innovazione. Sotto il sedere del campione inglese prototipi Pinarello, vanto del Made in Italy e gioielli della tecnologia biomeccanica.

Si è discusso spesso di resistenze aerodinamiche, VO2max e Profile de puissance record a proposito di Froome, di trasformazioni fisiche e perfette sintesi fibrose per spiegare il trionfo giallo di Bradley Wiggins, del tanto chiacchierato motorhome di Richie Porte al Giro del 2015. Di martiri corporei, addestramenti alla Ivan Drago e preparazioni draconiane per accertare la proprietà dominante del Team Sky sulle strade del Tour de France.

L'ultima frontiera che ci fa chiacchierare e interrogare sempre di più? Un clone, in galleria del vento. E di chi se non proprio di Chris Froome?! Il progetto è di un giovane scienziato italiano, Luca Oggiano che in Norvegia, all'Università della scienza e della tecnologia di Trondheim, ha realizzato per il Team Sky un manichino test con le fattezze del kenyano bianco capitano della squadra, per affinare ancora di più le potenzialità della figura di Froome.

Infine, la nuova frontiera medica della disidratazione controllata e funzionale, esposta al Convegno dello Sport di Doha dal dottor Roger Palfreeman: stiamo parlando di pratiche per indurre la perdita artificiale di quei liquidi non necessari che darebbe un vantaggio competitivo notevole, soprattutto in salita. 2 Kg di dimagrimento "istantaneo" stimato intorno ai 47 secondi, se applicato a Froome, sulla salita dell’Alpe d’Huez. Secondo il Medico del Team Sky, che ha parlato a titolo personale, il fisico di un corridore può sopportare un’idratazione minore rispetto a quella avvertita come naturale, consentendo così l'eliminazione di una "zavorra" inutile e controprodicente. La disidratazione verrebbe provocata per immersione dell’atleta a 40 gradi per altrettanti minuti, oltre all’alterazione termica dell’idratazione per effetto analgesico tramite somministrazione di paracetamolo e welbutrin, quest’ultimo un antidepressivo già sotto esame della Wada; il primo già assunto da Froome per la cura della schistosomiasi: una parassitosi che attacca i globuli rossi e che costringe il corridore keniota a osservazioni mediche ogni sei mesi.

E' questo ancora sport? A voi tutte le riflessioni...

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