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Mo Farah verso Londra: il punto di Orlando Pizzolato

Mo Farah (ph: Organizzatori)
Mo Farah (ph: Organizzatori)

Domanica il britannico ha fatto l'esordio stagionale in vista della London Marathon

06 marzo 2018

Si avvicina la tanto attesa London Marathon 2018 in programma il prossimo 22 aprile in cui farà l'esordio sulla distanza (da quando ha ufficialmente abbandonato la pista) Mo Farah. Domenica il britannico di origine somala ha partecipato e vinto senza troppi problei la Vitality Big Half. Dopo un importante periodo di allenamento in Etipia, Mo ha fatto ritorno in Gran Bretagna per iniziare a respirare aria di casa e ultimare la preparazione per il grande giorno in cui, lo ricordiamo, dovrà vedersela con atleti del calibro di Kipchoge e Bekele (ma non solo...). 

Dunque, a circa un mese e mezzo dalla maratona, vediamo il parare di Orlando Pizzolato sulla gara e in generale sul percorso di avvicinamento di Farah. Riportiamo dal suo blog: "Ha gareggiato in una mezza maratona (Vitality Big Half) piuttosto semplice sul piano agonistico, avendo come rivali principali il connazionale Callum Hawkins, con il quale la stampa britannica avevo ricamato un bel duello (!) considerando che Hawkins era arrivato 4°, in 2h10'16”, al campionato mondiale di maratona lo scorso anno a Londra, ma soprattutto perchè lo aveva battuto in una corsa campestre a Edimburgo nel gennaio 2017 (2° Hawkins e 7° Farah).
E l'altro avversario di rilievo per Farah era il più quotato, sul piano cronometrico, Daniel Wanjiru, vincitore in 2h05'48” della Virgin Money Marathon 2017, ma che vanta un primato di 2h05'21”.

Farah si è limitato a vincere la gara in 61'40” sfruttanto il suo punto forte, la volata, su Wanjiru (61'43”) e Hawkins (61'45”).

Risparmio di energie: "Non c'era da attendersi una gara diversa da Farah perché sta risparmiando le energie per la preparazione che sta svolgendo in quota (2500m) a Sululta, nella periferia di Addis Abeba, ed anche perché era arrivato a Londra solo venerdì, senza fare uno specifico adattamento (in Etiopia si allena a 25°).
Alla fine della competizione sia Farah, Wanjiru e Hawkins hanno dichiarato di essere stati soddisfatti della propria prestazione, considerando che tutti e tre stanno preparando la maratona del 22 aprile.
E tutti e tre hanno confessato che avrebbero potuto correre più velocemente del tempo conseguito, ma nessuno voleva esporsi.

Quindi, un buon test per tutti ma si sa che le attese per Farah sono ben superiori rispetto agli altri due, anche a Wanjiru che a Londra difenderà la vittoria dello scorso anno"

Cosa può fare Farah a Londra? "Gli addetti ai lavori riportano che Farah non sarà in grado di contrastare la supremazia dei grandi maratoneti, Kipchoge su tutti, e che il suo obiettivo sarà “banalmente” finalizzato al miglioramento del primato del Regno Unito: 2h07'13” di Steve Jones (1985).
Si tratterebbe di un miglioramento di 68” (poco più di 1,5” a km) rispetto al primato personale di Farah (2h08'21”), ma credo che alla sua portata ci possa essere invece qualche cosa di più sostanzioso, e penso ad un tempo inferiore a 2h06'.

Vedremo fra un mese, a preparazione specifica terminata, quali sviluppi ci saranno stati, anche in funzione del campionato del mondo di mezza maratona del 24 marzo a Valencia".

Da: Orlando Pizzolato

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