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Mondiali: Usain Bolt ultimo atto. Mo Farah addio alla pista

Mondiali: Usain Bolt ultimo atto. Mo Farah addio alla pista

Non solo Bolt ai Campionati del Mondo (4-13 agosto): ecco le star al maschile della sedicesima edizione della rassegna iridata

01 agosto 2017

Ai Campionati del Mondo di Londra 2017 si riparte dal medagliere di due anni fa a Pechino e dallo storico primo posto del Kenya nel medagliere, sette ori come la Giamaica, uno più degli Stati Uniti, vincitori a mani basse della classifica a punti. I numeri del diavolo, 6-6-6 come le medaglie USA, non garantirono il successo di fronte a un Kenya che colpì a sorpresa in frontiere inesplorate, come 400 ostacoli e giavellotto. Si riparte da quel coloratissimo festival di bandiere e paesi, ben 43 a medaglia e 65 con almeno un finalista. Ecco dunque gli uomini, gli aspiranti "Sir Gold" candidati al trionfo iridato, e i temi di una rassegna iridata che si annuncia spettacolare, con molte gare in cui il record mondiale potrebbe essere a rischio.

BOLT, ULTIMO ATTO - E' ancora Usain Bolt l'uomo più atteso. Il suo ultimo Mondiale sarà diviso tra 100 metri e staffetta 4x100. Il pingue bottino di medaglie d'oro del giamaicano, tra Mondiali e Olimpiadi, potrebbe toccare la cifra galattica di 20. La gara di Montecarlo (9.95) ha testato il motore restituendogli il ruolo di primattore. Il rivale più pericoloso, il canadese Andre De Grasse, può prendersi la corona dei 200 ma si giocherà lo slam anche sulla distanza breve. Sul fronte USA, il borsino dice che Justin Gatlin è ancora in grado di far male e che la novità Christian Coleman, assieme al britannico Ujah e all'ivoriano Meité, aspira alla zona podio. Sui 200 De Grasse troverà, a meno di forfait dopo la finale dei 400, anche Wayde van Niekerk e Isaac Makwala, le punte cronometriche 2017 sul mezzo giro. Al netto di tossine smaltite, nel coro delle voci alte è doveroso inserire anche Yohan Blake, tornato a tuonare ai campionati nazionali, il britannico Mitchell-Blake e il turco Ramil Guliyev. A fronte di un Sudafrica zeppo di aspiranti stelle (Munyai, Simbine) gli USA serbano Ameer Webb come carta migliore. Il Mondiale, però, ha ospitato sul podio dei 200 numerosi outsider.

VAN NIEKERK, IL SOGNO CONTINUA - Dream-Man van Niekerk è atteso al terzo titolo globale consecutivo dopo Pechino e l'Olimpiade onorata col primato del mondo dei 400 (43.03). Il botswaniano Makwala ha dimostrato a Montecarlo di poter reggere buona parte dell'urto, ma il sudafricano tiene la quota di volo in rettilineo come nessuno. In zona podio si candidano l'altro gioiello del Botswana, il ventenne Thebe, e la sensazionale novità USA Fred Kerley (43.70 e vincitore sia degli NCAA che dei Trials). LaShawn Merritt, nascosto nell'ultimo periodo, l'asiatico under 23 Haroun e i soliti caraibici (Gardiner, Cedenio e i giamaicani) completano le seconde scelte. Staffette con gli USA in prima fila: favoriti per l'oro nella 4x400 e per una medaglia contro Bolt & Co. in quella veloce, dove il Canada, i britannici e soprattutto gli asiatici con Cina e Giappone (vedi gli argenti di Pechino e Rio) hanno velocità e automatismi da vendere. Nella 4x400, dove il quartetto statunitense vanta una tradizione-schiacciasassi, si profila l'ombra del Botswana, che per individualità non ha niente da invidiare a nessuno. Caraibici (Giamaica, Trinidad, Bahamas) e britannici le altre forze da osservare.

800/1500, KENYA PIGLIATUTTO? - I vincitori del medagliere dell'ultimo Mondiale calano l'asso nuovo di zecca sugli 800, Emmanuel Korir, che a Montecarlo è sembrato una furia (1:43.10). Lo stesso meeting ha alzato alle stelle le quotazioni di Elijah Manangoi sui 1500 metri. Il doppio oro è possibile, facendo i conti sugli 800 con un'altra ombra regale made in Botswana, il rinato Nijel Amos, e sui 1500 con le abilità tattiche di Matt Centrowitz. Senza il campione uscente David Rudisha, che ha rinunciato per un infortunio muscolare, gli 800 sono in cerca di padrone mentre i due altri keniani Ronald Kwemoi e Tim Cheruiyot potrebbero giocarsela alla pari con Manangoi sui 1500. Kiprop non sembra l'alieno di anni fa, ma anche per lui, in caso di successo, il conto degli ori globali salirebbe a cinque.

FARAH DIECI E LODE - Vincesse i 10.000 nella giornata inaugurale, il britannico Mo Farah toccherebbe quota 10 ori, poi cercherebbe l'ultima doppietta sui 5000 prima di abbandonare l'attività in pista. Il teatro è perfetto, la Londra che gli ha regalato due ori olimpici. E' il favorito di una doppia sessione di mezzofondo prolungato in cui troverà più keniani che etiopi a mordere le caviglie sui 10.000, Kamworor in primis, e più etiopi che keniani a tessere trame rivoluzionarie sui 5000, il lungo ventenne Kejelcha, il giovanissimo Barega, il collaudato Edris e la mina vagante Gebrhiwet, inattivo fino a Londra. Outsider da cui guardarsi, il keniano naturalizzato USA Paul Chelimo sui 5000 e l'ugandese Cheptegei sui 10000.

JAGER CONTRO TUTTI - Alla fine lo statunitense Evan Jager è riuscito a battere i keniani in Diamond League, dopo aver perso l'oro olimpico di un secondo netto da Conseslus Kipruto. Il 23enne keniano è ancora il favorito a Londra, ma non è al meglio, alle prese con fastidi fisici. Il campo stavolta si apre alle incursioni nordafricane del marocchino Soufiane El Bakkali, dello statunitense di acquisizione africana Stanley Kebenei e ancora dell'indomito francese Mekhissi, alla ricerca della medaglia numero sei, la terza mondiale. Nella maratona Daniel Wanjiru ha vinto a Londra in aprile e vi ritorna per raccogliere l'eredità dell'oro olimpico di Eliud Kipchoge, assente. Tanti i pretendenti a ben figurare, a iniziare dall'altro keniano Kirui e dagli etiopi guidati da Tamirat Tola. Mire di alto profilo anche per lo scozzese Hawkins. Le belle storie del Mondiale, mai troppe, potrebbero arricchirsi del capitolo Kawauchi, capitano del Giappone e celeberrimo per una decade di semiprofessionismo, che sogna la gara della vita.

(da: fidal.it, Marco Buccellato)

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