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Pietro Mennea Half Marathon: squalificato al traguardo per il cane

Pietro Mennea Half Marathon: squalificato al traguardo per il cane

Sanzione disciplinare a Barletta in occasione della Mezza Maratona intitolata a Mennea: padre e figlio 17enne hanno percorso gli ultimi metri con il cane di famiglia al guinzaglio

27 febbraio 2018

Squalificato per aver superato il traguardo accompagnati dal cane di famiglia. E' la tragicomica disavventura che ha coinvolto padre e figlio in occasione della Pietro Mennea Half Marathon 2018, corsa a Barletta domenica 25 febbraio nel ricordo di uno dei miti dell'atletica leggera italiana. Protagonisti dell'insolita sanzione sono stati Nicola Tanzi, 57enne che da cinque anni vive il mondo dei runners da amatore, e suo figlio di 17 anni, costretto da una malattia sulla sedia a rotelle.

I due avevano completato insieme il percorso di 21,097 chilometri previsto dalla mezza maratona: "Senza guardare il cronometro, perché noi lo facciamo per hobby: è un modo per trascorrere del tempo con mio figlio" spiega il signor Tanzi a Repubblica. Fino all'episodio che ha in qualche modo oscurato la gioia per una domenica di sport: "A circa 50 metri dal traguardo ci stava aspettando mia moglie con il nostro cane, un barboncino di 7 anni che va pazzo per mio figlio - prosegue il racconto - e che gli è corso incontro appena l'ha visto: io gli ho messo il guinzaglio e mi sono diretto verso il traguardo con loro".

Una scena subito notata da un giudice Fidal, che ha chiesto a Nicola Tanzi e figlio di non concludere la corsa nel corridoio che ospitava il timer segnatempo della gara. "Lei di qui col cane non può passare, io la squalifico: me lo ha ripetuto più volte, infatti all'inizio credevo stesse scherzando ma non era così" spiega ancora Tanzi. Che nel pomeriggio, leggendo le classifiche, ha letto la sentenza: squalificato e collocato in fondo alla pagina dei finisher.

Tutta colpa di Fiocco, un barboncino di 7 anni, e di un regolamento che non conosce cavilli. "E' vero che non si può tagliare il traguardo con un cane al guinzaglio, ma speravo che il giudice potesse chiudere un occhio: mio figlio si diverte come un pazzo a fare le gare con me, per noi era semplicemente una corsa di famiglia".

(da: bari.repubblica.it, Luca Guerra)

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