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Scandalo doping: la Russia confessa. Sì, ma...

Scandalo doping: la Russia confessa. Sì, ma...

Per la prima volta la Federazione Russa ammette di aver architettato un "doping sistemico" per coprire i test positivi di atleti russi

30 Dicembre 2016

Eccoci di nuovo a parlare di doping, tre volte su quattro negli ultimi giorni, come se la fine dell'anno fosse veramente un mmento in cui fare ammenda per gli errori fatti e riempirsi di buoni propositi. Prima vi abbiamo raccontato del Giudice sportivo condannato per le telefonate "truffaldine" a Donati per non fare vincere Schwazer, poi dell'imminente test del DNA sulle urine incriminate dell'altoatesino. Ora (notizia di pochi giorni fa) il mea culpa della Federazione russa che smette di improvvisare scuse e difese che definire goffe è fargli un complimento, e inizia a confessare le proprie colpe sul sitema legalizzato di doping architettato negli ultimi anni per coprire i propri atleti.

E' quanto scrive il New York Times citando una serie di interviste con funzionari russi che riconoscono l'esistenza di un elaborato programma di doping all'interno del Paese. "E' stata una cospirazione istituzionale", sostiene Anna Antseliovich, direttore generale dell'agenzia antidoping russa, che si dice sconvolta dalle rivelazioni contenute nel rapporto McLaren recentemente pubblicato dalla Wada.

Tuttavia, i funzionari del Cremlino pur ammettendo l'esistenza di un "complotto", continuano a respingere l'accusa che il programma di doping fosse gestito direttamente dallo Stato e quindi dal governo di Vladimir Putin, sostenendo inoltre che il ricorso al doping sistematico sia servito alla Russia per compensare quello che all'interno del paese era percepito come un "trattamento preferenziale per le nazioni occidentali da parte delle autorità sportive a livello mondiale".

Che dire...quando sei in una determinata posizione bisogna stare molto attenti, perchè non ci vuole nulla a fare un passo in avanti e trenta indietro. Affermare "sì, lo facevamo perchè ci sentivamo frustrati perchè agli altri lo lasciavano fare e a noi no" è chiaro che non può essere una motivazione, oltre che risultare un atteggiamento particolarmente bambinesco...

Comunque, prime confessioni, prime ammissioni, restiamo alla finestra e solo il tempo ci darà le risposte.

 

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