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Schwazer Personal Trainer: subito una grana per lui

img: eurosport.com
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Alex Schwazer si è messo a fare l'allenatore. Valanga di richieste, ma qualcosa già scricchiola...

09 Novembre 2016

Vi è mai capitato di vedere un film, una pellicola d’autore intendiamoci, con un Maestro alla regia, un cast eccezionale, una colonna sonora da brividi, tre ore di opera, al termine della quale però, non ci avete capito nulla. Quello che sembrava il “buono” in realtà era cattivo, chi all’inizio sembrava malvagio alla fine appare come un eroe, un finale che lascia sospesi, un epilogo confuso e che ci frustra perché nulla è come sembra e la linea di demarcazione tra il “bene” e il “male” non si distingue.


La parabola del marciatore Alex Schwazer da Vipiteno potrebbe essere rappresentata così. Sappiamo tutti come è finito il “film” e la confusione della trama è decisamente molta. Ed ora, come per i più grandi successi al botteghino, ecco che arriva lo spin-off, la seconda vita (o terza) dell’atleta altoatesino, che a fronte della stangata del Tas (otto anni di squalifica per doping, ancora non proprio digerita), ha deciso di “riciclarsi” come personal trainer: preparatore atletico di appassionati podisti/marciatori amatoriali. Schwazer ha deciso di voltare pagina mettendo a disposizione l’esperienza maturata in anni di competizioni ad altissimi livelli occupandosi di sviluppare programmi di allenamento fatti ad hoc per la marcia, la corsa e il ciclismo. Il sito dedicato (www.schwazer-coaching.com) ha già ricevuto una valanga di richieste e la sua disponibilità di consulting, al momento, pare sia esaurita. Abbiamo parlato di atleti “amatoriali” in quanto, per evitare ulteriori “disguidi” ma soprattutto per non creare problemi a chi si mette nelle sue mani, ad Alex non è consentito di collaborare a livello professionale con atleti tesserati con federazioni sportive, così come stabilito dai regolamenti della WADA (World Anti Doping Association).

Tuttavia Schwazer risulta squalificato come atleta ma non è persona inibita dal sistema sportivo italiano o internazionale e quindi può allenare semplici neofiti o appassionati. Ecco allora che la “trama” torna a complicarsi e i contorni della vicenda sempre di più a sfumarsi.
Eh già perché quando si parla di Schwazer pare proprio che nulla sia come sembri, riportiamo di seguito una mail che la redazione de “Il Tempo” ha inviato qualche giorno fa al sito dell’altoatesino ricevendo una risposta che fa riflettere:
«Salve, sono un appassionato di mountain bike tesserato FCI ma vorrei provare una volta a correre una maratona (...). Sarei onorato di lavorare con lei». Il messaggio è chiaro: sono iscritto alla Federciclismo. La risposta è questa: «Purtroppo non ci sono più posti per il mio consulting normale che prevede regolarmente la mia presenza fisica durante gli allenamenti dei miei clienti ed il confronto giornaliero con i dati dell’allenamento quotidiano. Le posso offrire le tabelle di allenamento che verranno fatte considerando il suo potenziale, il suo tempo a disposizione giorno per giorno in modo di fare gli allenamenti più impegnativi nelle giornate meno stressanti ed i suoi obiettivi. La tabella dura una settimana, poi arriva una nuova a base dei suoi progressi. Per questo servizio chiedo 100 euro al mese + iva. La durata (...) va da un minimo di tre mesi ad un massimo di 12 mesi. Se la offerta la può interessare la prego di mandarmi (...) delle tabelle di allenamento che ha seguito in precedenza perché vorrei capire dove dobbiamo migliorare.».

Le regole della WADA sono chiare, e la proposta di un allenamento a “distanza” sembra un goffo tentativo di aggirare le regole. Non viene mai precisato da Schwazer, alla specifica dichiarazione di appartenenza ad una federazione del “finto atleta”, che nella sua condizione di squalificato non è possibile instaurare rapporti professionali con un tesserato, si parla solo di posti non più disponibili.
Trattandosi di un “film” lasciamo l’interpretazione a voi, anche perché la trama anche questa volta ci ha disorientato.

Qui l'articolo de "Il Tempo".

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