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Correre rende più intelligenti. L'ultimo studio

Correre rende più intelligenti. L'ultimo studio

La ricerca dell'Università dell'Arizona dimostra come praticare sport di endurance amplifica le capacità mantali

Ad un occhio inesperto la corsa potrebbe essere considerato uno sport “elementare”: non c'è bisogno di grossa concentrazione, non necessita di padroneggiare alcun strumento o di particolari competenze tecniche. Bastano un paio di scarpe e muovere le gambe, senza grosse capacità mentali. Nulla di più sbagliato!

Ed ora a sovvertire questa credenza ci ha pensato un team di ricercatori dell'Università dell'Arizona, i quali hanno dimostrato che correre una gara su strada al massimo delle capacità o affrontare un trail molto tecnico non solo richiede delle capacità cognitive fuori dalla norma ma le amplifica.
La squadra di studiosi, composta tra gli altri da un neuro scienziato, ha analizzato per la prima volta, attraverso una functional connectivity magnetic resonance imaging fcMRI (una risonanza magnetica in grado di tracciare le capacità cognitive delle persone), un gruppo di giovani top-runners e un gruppo di pari età non-runners.

La ricerca ha riportato dei risultati sorprendenti: le capacità funzionali cognitive degli atleti a riposo erano superiori rispetto al gruppo dei non atleti. Differenze sostanziali scaturite dall'intensa attività fisica, capacità mentali estendibili poi a qualsiasi ambito della quotidianità. In poche parole, la corsa rende più intelligenti, più svegli!
Gene Alexander, direttore del dipartimento di Imaging, Behavior, and Aging Lab dell'Università dell’Arizona, ha spiegato che un'attività aerobica come quella della corsa endurance offre enormi benefici all'attività cerebrale, favorendo alcuni meccanismi complessi come quello della pianificazione, della risoluzione dei problemi, e del multitasking (capacità di affrontare più situazioni contemporaneamente). Benefici questi che hanno la capacità di protrarsi nel tempo e che ridurrebbero l'avanzare di malattie neuro-degenerative.

La giovane età dei soggetti analizzati (21-22 anni), come l'utilizzo per la prima volta di questo nuovo modello di risonanza magnetica, sono stati determinanti al conseguimento delle conclusioni della ricerca. La maggior parte dei precedenti studi sulle funzionalità cognitive del runner erano state prodotte su soggetti più anziani. L'età giovanile consente un avanzamento delle funzionalità cognitive maggiore e più duraturo nel tempo. Qui è possibile consultare tutti i risultati della Ricerca.

Insomma, che eravamo più in salute e più belli di chi non corre già lo sapevamo, da oggi sappiamo anche di essere più intelligenti ;)

 

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