Menu

Gabriele Rosa: il "mago delle maratone" che fa correre a New York ex tossici e ragazzi diversamente abili

Gabriele Rosa: il "mago delle maratone" che fa correre a New York ex tossici e ragazzi diversamente abili

Dopo aver allenato i più grandi atleti al mondo, Mister Maratona Gabriele Rosa da anni è impegnato in un importante progetto sociale

20 medaglie d’oro ai Campionati del mondo, 19 medaglie olimpiche, 8 record del mondo e un numero indefinito di trionfi a maratone e gare di livello internazionale. Nell’ambiente dell’atletica è conosciuto come “Mister Maratona”, un soprannome che racchiude alla perfezione la figura di Gabriele Rosa, classe 1942, cardiologo e medico sportivo, uno dei migliori trainer di sempre. Ora, smessi i panni dell'allenatore di grandi atleti, da diversi anni è impegnato in un nuovo, impegnativo, importante progetto sociale: il «dottore delle maratone impossibili» lavora infatti con ragazzi affetti da sindrome di Down, con la comunità di San Patrignano, con la Fondazione Veronesi e, ultima sfida, con i malati di sclerosi Multipla.

Grazie a lui, ad esempio, quest'anno Niccolò Vallese e Simone Vallea (entrambi affetti da sindrome di Down) hanno potuto coronare il sogno di una vita: correre la maratona di New York. «Quando li ho incontrati ho compreso che il loro è un mondo meraviglioso, perciò ho deciso di seguire in prima persona il progetto. Sapevo che avrebbero potuto farcela, dimostrando così che nulla è impossibile». Una volta di più. Perché Niccolò e Simone sono solo gli ultimi due di una squadra che di anno in anno si allunga sempre più. «Ho lavorato con i più grandi atleti al mondo, ma la ricchezza che ti restituisce questo tipo di progetto è impagabile» spiega il Doc, come lo chiamano in molti a Iseo, in provincia di Brescia, dove è cresciuto e dove ha il suo quartier generale.

Insieme a Niccolò e Simone ai nastri di partenza, un gruppo di ex tossicodipendenti ora a San Patrignano, la comunità che dal 2013 è legata a Rosa attraverso un percorso di recupero sociale tramite lo sport. Da quattro anni la trasferta americana è un appuntamento fisso e guadagnarsi un pettorale rappresenta una sfida che stimola a migliorarsi giorno dopo giorno. Nel corso degli anni, grazie anche al supporto del centro di medicina sportiva Marathon, il ventaglio «di scommesse» - il termine è dello stesso Rosa - si è allargato fino a includere emofilici e anche donne colpite da tumore al seno col progetto Nothing Stops Pink in collaborazione con la Fondazione Veronesi. In futuro l’idea è quella di aiutare malati di Parkinson e Alzheimer, magari passando dalla corsa alla camminata, ma sempre con la costante di promuovere il movimento come miglior alleato della nostra salute.

Una delle iniziative più appassionate e delicate si chiama invece «Correre oltre», è nata a Brescia grazie all’entusiasmo di sette ragazzi colpiti da sclerosi multipla. Si sono allenati giorno dopo giorno, corsa dopo corsa, ripetuta dopo ripetuta, alternando uscite a sedute cliniche, condividendo gioie e dolori, malattia e sogni. Un anno fa, nel 2016, sono riusciti a tagliare il traguardo a New York. Tutti insieme.

Accedi

Password dimenticata? / Nome utente dimenticato?