"Cosa vuoi fare da grande?" Domanda che non conosce latitudini e che prima o poi qualsiasi bambino si sente rivolgere dall'amico di famiglia di turno, dal conoscente, da zii/cugini/nonni vari, anche più volte nel corso dell'infanzia. E allora ecco che si va dal tradizionale "calciatore" alla "ballerina" (ad esempio) per i più piccoli, per poi passare al pompiere, al veterinario, al dottore (il medico) e così via. 

Sogni e "aspirazioni" di bambino che per tali vanno presi e rispettati. Per molti, sogni che rimmarranno tali, per altri, vere e proprie vocazioni da perseguire con determinazione. Di questo parla l'intervista che vi proponiamo di seguito: siamo a Kona (Hawaii) dove si sta per svolgere la finale modondiale 2017 di IronMan e Sebastian Kienle (due volte campione del mondo IronMan 70.3 e già IronMan World Champion nel 2014) è ospite di Bob Babbit nel suo Breakfast with Bob, programma/rubrica in cui il giornalista incontra e intervista i protagonisti della finale.

Sul finire della chiacchierata, Babbit chiede a Kienle quando ha capito che quello che stava facendo (il triathleta) potesse diventare il suo lavoro. Questa la risposta del tedesco: "quando ero in quarta elementare, per il giornalino della classe, ognuno doveva scrivere cosa voleva fare da grande, io scrissi: "Triathleta professionista". Alla consegna dei compiti la maestra mi prese da parte e mi disse che il mio tema era un bel tema ma non andava bene perché dovevo scrivere un lavoro vero, qualcosa di realistico. Tutti gli altri miei compagni avevano scritto: astronauta, agente segreto, cose del genere. Per me era qualcosa di relaistico (diventare un triathleta professionista). Tuttavia, penso di essere l'unico ad esserci riuscito".

Di seguito l'intervista.