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Fauja Singh, la storia del maratoneta più anziano al mondo

Fauja Singh, la storia del maratoneta più anziano al mondo

Nel 2013 ha detto basta con le gare, ma non ci pensa nemmeno a smettere di correre. Il suo motto è: "Sorridi e continua a correre"

Una lunga barba bianca, occhi che sanno di vita, tratti del viso che farebbero pensare ad un personaggio nato dalla fantasia di qualche illustre scrittore. Ma non è così: Fauja Singh è incredibilmente vero, è indiano, ha 106 anni e viene considerato il maratoneta più longevo al mondo. Dal 2013, dopo la maratona di Hong Kong ha detto basta con le gare, ma non con la corsa che continua a praticare per diletto. Fauja Singh è nato a Bias Pind, località nel nord-est dello stato del Punjab, nel 1911. E’ di religione sikh e dopo aver fatto il contadino nel suo paese, negli anni 60, ha preso tutta la sua famiglia e ha deciso di trasferirsi in Inghilterra, dove vive tuttora, a Ilford, nella zona est di Londra.

Eppure la sua vita sportiva inizia tardi, molto tardi. No, non pensate alla vostra concezione di 'tardi', non a 40 anni e neanche a 50, bensì alla simpatica età di 81 anni! Ma se questo rappresenta un particolare anomalo rispetto alla media, le motivazioni che lo hanno spinto ad iniziare sono molto simili a quelle in cui si riconoscono molti runners: la ricerca di un nuovo equilibrio psico-fisico, un periodo difficile della vita, magari la perdita di una persona cara, la riscoperta di una serenità fino a quel momento svanita. Infatti è proprio lui a raccontare, in una delle tante interviste, che la scelta di iniziare a correre è stata dettata anche dalla necessità di ritrovare la serenità, dopo la perdita della moglie e di un figlio. Da quel momento ha cominciato e non ha mai smesso di correre, quotidianamente, mettendo sotto le scarpe dagli 8 ai 10 chilometri al giorno. Un allenamento che gli ha consentito di iniziare a prendere parte alle maratone e di stabilire record su record.

Londra, Toronto (dove nel 2011 è diventato ufficialmente il più anziano di sempre a correre una maratona), Edimburgo, New York, chilometri e chilometri macinati che lo hanno fatto diventare un idolo, tanto che nel 2004 è stato ingaggiato (al fianco di personaggi come David Beckham e Muhammad Ali) da adidas per una delle sue celebri campagne pubblicitarie 'Impossible is nothing'. 

Da qualche anno, si diceva, Fauja ha detto basta con le competizioni ma non con la corsa e quando gli chiedono del suo segreto risponde: "Mi alleno ogni giorno e seguo una dieta adeguata”. Facile, facile, nessuna scoperta sensazionale. Certo, genetica, fortuna, e il fatto di aver iniziato così tardi da preservarsi da uno sport bello ma intenso e logorante, aggiungiamo. Ma si sa, anche qui è un discorso valido a metà. Forse è il suo motto a lasciarci l'insegnamento più grande: "Sorridi, e continua a correre". Filosofia tanto semplice quanto difficile da mettere in atto per noi così oberati, e spesso totalmente assorbiti, dalla vita quotidiana. La storia di Fauja non avrà cambiato la nostra giornata, ma un primo sorriso ce l'ha strappato, ed è già un buon inizio.. :)

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