"In medio stat Virtus" (la Virtù sta nel mezzo), dicevano i nostri antenati latini. Ormai lo sappiamo benissimo, soprattuto quando si parla di abitudini alimentari: di tutto un po', in giusta misura. Per quanto riguarda il caffè, poi, si potrebbe affermare che sia stato sempre uno di quegli alimenti oggetto di controversie infinite, quelle che quando salta fuori il discorso, ti viene da dire: ma poi, com'era andata a finire? In principio fu 'caffè sì', poi 'caffè, per carità', 'caffè = veleno', per poi tornare su posizioni più moderate in stile 'sì, ma..'. Fino a che un giorno pare ci mettemo tutti d'accordo un democratico 'sì, fino a 3 tazzine al giorno'. Ma, come dicevamo, è questa forse solo l'ultima puntata della vicenda. O forse la penultima, dovremmo dire, visto che è di pochi giorni fa la notizia che arriva dalla California di un Giudice che ha stabilito l'obbligo di esposizione sulle etichette del caffè della dicitura "può provocare il cancro", come per le sigarette.

Chissà come finirà (o non finirà). E in relazione alla corsa? Anche qui, per carità, ognuno ha le sue abitudini, ma che effetto può avere quella tazzina di caffè nell'attività fisica di resistenza? L'ultima ricerca sul tema arriva dall'Inghilterra, più precisamente dalla Faculty of Health and Life Science della Coventry University, pubblicata sull'International Journal of Sports Physiology and Performance e diffusa dall'Institute for Scientific Information on Coffee (ISIC), la quale afferma in sostanza che il consumo moderato di caffè migliora le prestazioni durante una disciplina di resistenza, come la corsa. 

I dati dello studio presentata da Neil Clarke, docente della Facoltà, dimostrano che l'assunzione di caffè 60 minuti prima di una gara di circa un km e mezzo (la Ricerca si è volta sulla distanza del miglio) di corsa migliora la prestazione del 2% circa rispetto al gruppo di controllo. Per quanto riguarda la quantità, stiamo parlando di una dose moderata di caffeina, equivalente a circa 3mg/kg del peso corporeo.